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Se vuoi sapere di più riguardo a PianoPro sei nel posto giusto!

Professionalità

Competenza

Dedizione

PianoPro

PianoPro nasce da un’idea del M° Michelangelo Salamone, pianista e concertista, a seguito del riscontro negativo diffuso nella classe degli aspiranti pianisti, che, giorno dopo giorno, nonostante sacrifici immani, non riescono a raggiungere il risultato ambito per una molteplicità di fattori.

 

 

Uno dei fattori dominanti che non permette al musicista la crescita adeguata è sicuramente la mancanza di un metodo di studio personalizzato, affiancato dalla scarsa capacità di organizzazione delle sedute di studio e dalla predilezione nel dar fiducia alle svariate leggende da corridoio.

 

Questa è la mia storia

Dopo il mio diploma, il mio metodo continuava ad essere scadente e poco produttivo, nonostante il raggiungimento di risultati pressapoco discreti. Studiavo tanto, tutti i giorni, festivi inclusi. 

 

Manuali di tecnica di tutti i tipi, scale, arpeggi… Nessun miglioramento, ero arrivato ad uno stallo invalicabile, fino a quando ho deciso di iniziare a studiare come studiare.

 

Nasce da qui la sperimentazione del metodo ad hoc, visto il metodo fallimentare che molti consigliano. Dopo anni di studi, ecco la svolta che conta: una scientificità per il raggiungimento degli obiettivi.

 

Una maggiore consapevolezza a riguardo, infatti, mi ha permesso di raggiungere risultati veramente inaspettati, ho finalmente dato una svolta alla mia carriera, oltre che al mio pianismo.

 

Ho suonato in grandi sale da concerto come il Teatro La Fenice di Venezia, iI teatro Massimo di Palermo (Sala ONU), l’Auditorium RAI di Palermo, apparendo in TV sia come solista che in duo.

 

Seguendo periodicamente numerose Masterclass con alcuni tra i didatti e concertisti più importanti d’Italia e del mondo, ho recepito i loro insegnamenti come delle prove di attendibilità di determinati protocolli di studio e continuo ad aggiornare il mio bagaglio continuamente.

 

 

I consigli più utili che ho ricevuto negli anni riguardo alla tecnica, alla lettura a prima vista, alla memorizzazione, non riguardavano esclusivamente il COSA FARE ma soprattutto il COSA NON FARE.

 

Dal 2017 ad ora ho difatti triplicato il mio repertorio.

 

 

Agli albori del 2019, nonostante il mio metodo fosse cambiato del tutto, ho deciso di dare un’ulteriore svolta. 

 

Come? Affrontando ed analizzando per filo e per segno le Bibbie della pedagogia/propedeutica pianistica, ovvero le testimonianze dei grandi pianisti e didatti del passato raccolte in vari volumi.

 

 

Che metodi di studio usavano e consigliavano i grandi del passato? Utilizzavano tutti gli stessi protocolli? Cosa li ha resi i migliori della storia?

 

Dalle loro testimonianza ho appreso che (mi dispiace deluderti) gran parte delle idee del metodo pianistico che hai sentito durante il tuo percorso sono totalmente infondate e addirittura controproducenti.

 

Una delle finalità di questo portale è proprio questa: smentire le grandi menzogne ereditate dal mondo della didattica pianistica.

Perché scegliere PianoPro

"Essere un pianista non è una professione. È una filosofia, una concezione di vita che non può basarsi né sulle buone intenzioni, né sul talento naturale. Bisogna avere prima di tutto uno spirito di sacrificio inimmaginabile."

boy, child, sad

La diagnosi del fallimento

Lo studio frustrante con risultati pressappoco discreti non permette il salto di qualità a cui ogni pianista ambisce.

 

La colpa viene data troppo spesso alla mancanza del talento, uno dei drammi concettuali più utilizzati per giustificare gli insuccessi.

 

“Studio abbastanza? Studio poco?”

“Affronto esercizi tecnici 3-5 volte a settimana ma la mia tecnica non progredisce.”

“Studio un brano 2 ore ogni giorno ma vedo pochi miglioramenti.”

“Vado a lezione e il risultato è disastroso, ma a casa mi veniva bene.”

“Non riesco ad esibirmi senza avere attacchi di ansia continui. Credo di aver studiato e memorizzato tutto ma il vuoto di memoria è sempre lì dietro l’angolo.”

 

Dubbi, incertezze, frustrazione. 

 

Le rivelazioni scomode che spesso ti nascondono.

Siamo nell’era dell’innovazione, del cambiamento, del progresso, tuttavia, essere controcorrente può essere pericoloso ai giorni nostri, per differenti motivi, in primis per l’informazione a portata di tutti.

 

 

Tutti cercano, tutti trovano, tutti sanno tutto. I punti di vista discordanti creano una situazione faziosa: tradizionalisti e spiriti innovativi, historically based e fautori della modernità. Chi ha ragione? Chi è più attendibile?

 

 

Nessuno in maniera esclusiva, poiché ogni forma mentis, se presa singolarmente, risulta essere incompleta, mentre, se si legano i vari concetti dominanti delle due fazioni, vediamo apparire un concetto fondamentale per il tuo percorso, ovvero il concetto di EQUILIBRIO.

Non esiste giusto o sbagliato, esiste solo il risultato.

Il modello standard sta per scomparire, ma cambiare, si sa, fa paura a tutti. A cosa serve allora la ricerca? La scoperta? L’innovazione? A farci evolvere, sia come uomini che come musicisti.

La cura per il successo

Imparando ad individuare i concetti-chiave dell’apprendimento pianistico, dell’incremento tecnico e degli aspetti fondamentali per una performance di qualità, il senso di frustrazione e la voglia di rinunciare non faranno più parte della tua routine.

 

 

I tuoi protocolli saranno sempre in divenire, nel senso che, tramite l’approccio sperimentale costruito ad hoc  su di te, il tuo studio risulterà molto più sotto molti aspetti:

  1. Soddisfazione personale
  2. Rendimento artistico
  3. Rendimento accademico

Le lezioni, gli esami, le esecuzioni in pubblico non saranno più motivo di disturbi d’ansia o panico e tramite l’individuazione di buone abitudini mentali quotidiane, troverai il modo di essere non solo migliore artisticamente, ma anche mentalmente ed umanamente.

 

I dettagli che faranno la differenza.

Istinto e raziocinio, intuito e conoscenza, realtà e leggende. Tesi e antitesi che rendono il mondo pianistico un oceano caotico colmo di dubbi irrisolvibili agli occhi di molti.

 

La conoscenza termina dove il sentito dire inizia. Non può esserci sintesi senza certezze, e, non può esserci certezza senza sperimentazione.